Spaesati nelle proprie creazioni

Camera mia. Non si può dire che in queste due parole ci sia qualcosa di sbagliato. E' una camera, ed è mia. Mia davvero: mia perchè abitata solo da me, e mia perchè arredata solo da me. Ogni dettaglio è stato scelto da me, qualsiasi cosa rispecchia la mia volontà.

Eppure, di sera, sul divano, aspettando il sonno, con la piantana accesa a rischiarare il verde del muro coperto dalla Tour Eiffel, certe volte non mi sento perfettamente come se fosse camera mia. E' come se fosse tutto di passaggio.

Io mi ricordo, quando dopo una settimana passata fuori di casa, per una gita o per una vacanza, magari dopo lunghi turni di veglia, mi buttavo sul mio letto, di traverso. Mi ricordo perfettamente la mia risata nervosa, il mio sorriso, i miei lunghi sospiri.

Ci vuole un attimo di pazienza, per abituarsi a un cambiamento così radicale, a così tante modifiche, anche da un punto di vista mentale. Sono abitudini che bisogna prendere da zero, autoimposte per marcare il passo, per segnare che non si può stare a guardare tutto ciò che cambia senza modificare un po' anche sè stessi. E camera mia, quella attuale, è anche, oltre a questo, un segnale fortissimo di indipendenza, dalle scelte altrui e dal passato che mi ha caratterizzato finora.

Però, mi rendo conto che certe volte, quando altri scelgono per te, è tutto molto più facile. 

Ho tanta amarezza dentro, perchè fin dall'anno scorso, mi sono accorto che nulla sarà più come prima. Camera mia, però, questa volta c'entra relativamente.

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